Regione: Abruzzo
Provincia: L’Aquila
Comuni: Barisciano, Calascio, Carapelle Calvisio, Castelvecchio Calvisio, Castel del Monte, Santo Stefano di Sessanio
Il Nome
La denominazione è stata scelta per indicare quella porzione del Gran Sasso meridionale che nel basso Medioevo è appartenuta alla “Baronia di Carapelle”.
Natura e paesaggio
La natura del distretto offre paesaggi erbosi con numerose presenze di pregio fito- e zoogeografico. Tra le piante si trovano la Sesleria uliginosa e la Pulsatilla montana, la Tofieldia comune, la Stella appenninica e il Camedrio alpino (Dryas octopetala), la pianta da cui prende il nome l’ultima recreduscenza della passata era glaciale. Il clima continentale dell’area, caratterizzato da piogge scarse, inverni freddi, estati caldissime e pronunciate escursioni termiche, costituisce la condizione ideale per l’instaurarsi delle steppe, ambienti che prendono il nome dalle Stipe, erbe della famiglia delle graminacee che annoverano nel Distretto numerose specie (Stipa capillata, Stipa martinovsky, Stipa dasyvaginata subsp. apenninicola, Stipa capensis, Stipa pennata s.l.), oltre ai timi e le santoregge, i lini e le festuche. Più a valle troviamo due rarissime specie endemiche: il limonio aquilano (Goniolimon italicum) e l’astragalo aquilano (Astragalus aquilanum). Una nota a parte merita l’adonide gialla (Adonis vernalis), anch’essa tipica delle steppe orientali, comunissima nell’Europa orientale, ma che in Italia vegeta soltanto qui, nel distretto “Terre della Baronia”. Nel Distretto è compresa una parte dell’erboso altipiano di Campo Imperatore. E’, questo, il regno del vento, dei lupi, delle volpi, delle lepri, delle arvicole delle nevi e di una moltitudine d’insetti mimetici e di coloratissime farfalle. La Vipera dell’Orsini (Vipera ursini) vive qui con la sua più importante popolazione al mondo. Sulla cresta del Sentiero del Centenario il Camoscio appenninico (Rupicapra pyrenaica ornata) ha ritrovato il suo habitat d’elezione. Abitano inoltre la landa specie come il riccio, l’istrice ed uccelli come il calandro e la calandrella, la passera lagia, il succiacapre ed il lanario, un rarissimo falco presente nel parco con pochissime coppie. Le steppe sono l’ambiente ideale per il serpente più grande d’Europa, il cervone che, a dispetto delle dimensioni, che sfiorano i due metri di lunghezza, è innocuo e affatto aggressivo. Sono, invece, tipiche dei campi coltivati, uccelli come l’averla capirossa, l’averla minore, la starna, gli zigoli e l’ortolano e piante interessanti e rare come il fiordaliso, il papavero, la vaccaia e l’androsace massima, quest’ultima inclusa nella lista rossa delle piante protette della Regione Abruzzo.
Valori del distretto
Il Distretto ha mantenuto più di altri la sua originaria fisionomia, nelle architetture dei “gioielli” che vi si incastonano, come nel perdurare di un eroico rapporto degli uomini con la montagna, nelle eccezionali altitudini su cui essi si ergono, in un ambiente naturale caratterizzato da sterminate praterie e paesaggi rurali di grande pregio. Lo splendido borgo mediceo di Santo Stefano di Sessanio costituisce il fulcro del Distretto, ma non da meno è Calascio, con le sue caratteristiche case-torri, dominate dall’antica Rocca: la fortificazione più alta e spettacolare dell’intero Appennino centrale. E ancora Castel del Monte, patria della Transumanza, Castelvecchio Calvisio, del quale è tuttora riconoscibile l’antico impianto ellittico, e il borgo fortificato di Carapelle Calvisio. Il distretto è particolarmente significativo dal punto di vista agroalimentare e vede coltivati, ancor oggi con metodi tradizionali, legumi come la Lenticchia di Santo Stefano di Sessanio. I pascoli di Campo Imperatore favoriscono la produzione del Canestrato di Castel del Monte. Entrambi i prodotti sono apprezzati Presidi Slow Food.
Strutture presenti
Il Distretto ha visto la sistemazione degli Scavi archeologici di Colle della Battaglia, della Rocca di Calascio, di S. Maria del Monte. E’ in fieri la realizzazione del Museo della Transumanza a Castel del Monte, mentre sono fruibili a Santo Stefano di Sessanio il Museo della Baronia e, a Calascio, il Museo delle Fortificazioni. Presso l’antico Convento di San Colombo di Barisciano, si trova il Centro Ricerche Floristiche dell’Appennino, gestito dal Parco con l’Università di Camerino. Al suo interno, il Museo del Fiore, con l’Erbario, e l’Orto Botanico fanno compiere un viaggio nella flora appenninica, denso di fascino e curiosità.